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Qui si vendono i colori,
dolce fanciulla imprigionata
da quei fili di solitudine.
Nei prati cercati,
e nei facili discorsi,
su muri adagiati a filtri
di buio, tutto e una piaga
avvilente.
Si srotolano quei ricordi,
quanti cumuli di banchetti
al bavaglio di uno spruzzo
di fiato cercato.
Erano diafane speranze,
veloci,sopra a quella vela
indifferente, o chiamala
pena silenziosa.
Casa mia, cosi da lontano
ti intristisci ai papaveri
che cercavi, quando,
invogliata dalla notte sincera,
mettevi il naso nell’incipriante
fior di zucca.
Ora vestiti di bianco,
al sapore di un mattino diverso,
se poi le nuvole fuggiranno dal sole,
spera che si trascinino quegli
scrigni incustoditi.
Si arrotola di nuovo quel
livido merletto di guance
senza reti, quei fili metallici
si vendono all’asta, suvvia…….
avanti il prossimo.
Gianni Terminiello