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Sbuffi solitari……
si immergono in culle di perle
marine, creando scosse intrecciate
come i capelli di donne che cullano
desideri.
Morire cento volte è come quei
sospiri apparsi nelle lisce sabbie
di pianure insaziabili.
Spume brillanti sembrano amori
che non parlano, ma accettano dagli
smemorati venti, ostriche di sogni.
Fischia e chiama le stelle amiche,
se almeno, smalti discreti contemplassero
da quassù il suo sudato abisso,
offerto alle gelosie umane.
Guizzi chiamanti si ubriacano dei suoi
istanti regalati, come mormorii che
ondeggiano al di là di quell’azzurro,
per poi sbattere su petti amanti.
Sono ebbrezze apparse nell’odore del
mattino, come spruzzi di nostalgie
che spumano tristi affanni.
E’ una febbre che scala i gradini dei
sospiri battuti, come fiabe ondeggianti
all’ascolto di storie cercate.
Sulla riva sento il freddo della sua
corrente che arriva al cuore, ma nuoto
libero in quella nobile selva dall’identico
sapore….dove la differenza è nuotare
a spasso con l’anima.
Le astuzie dell’acqua respirano in quell’onda
gonfia, come una amata promessa finita.
Cantano i delfini………come creature che
da lui danzano sempre, come bambini.
Gianni Terminiello