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NOI CHE SPORTIVO… (ovverossia il Calcio di una volta e non solo quello)
NOI CHE le magliette andavano dall’1 all’11…
NOI CHE riconoscevamo i calciatori anche se sulla maglietta non c’era scritto il nome…
NOI CHE il numero 1 era il portiere, il numero 2 e il numero 3 i terzini destro e sinistro, il numero 4 il mediano di spinta, il numero 5 lo stopper, il numero 6 il libero, il numero 7 l’ala destra, il numero 8 una mezzala, il numero 9 il centravanti, il numero 11 l’altra punta, possibilmente mancina, il numero 10 l’altra mezzala, con la fascia di capitano, perché il più bravo…
NOI CHE il capitano era il simbolo della squadra: Sandro Mazzola per l’Inter, Gianni Rivera per il Milan, Giacomo Bulgarelli per il Bologna, Antonio Iuliano per il Napoli, Giancarlo Antognoni per la Fiorentina…
NOI CHE la domenica era solo una lunga attesa di “90° minuto” con Paolo Valenti e Maurizio Barendson, Vasino da Milano, Castellotti da Torino, Bubba da Genova, Giannini da Firenze, Pasini da Bologna, Tonino Carino da Ascoli, Necco da Napoli, Strippoli da Bari o Lecce…
NOI CHE la domenica pomeriggio, schedine alla mano, ci ritrovavamo al club per ascoltare alla radio “Tutto il calcio minuto per minuto”…
NOI CHE non ci riusciva di imparare le tabelline, ma sapevamo a memoria (e lo sappiamo ancora): Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Mazzola, Peirò, Suarez e Corso…
NOI CHE quando giocavamo la schedina dovevamo copiarla tre volte…
NOI CHE il calcio era solo un sogno lontano, fatto di poesia e sentimento…
NOI CHE “una vita da mediano” era già una filosofia di vita…
NOI CHE il pallone di cuoio sapevamo come era fatto perché lo vedevamo in Tv esclusivamente ad esagoni bianchi e neri…
NOI CHE capivamo il senso della seconda maglia quando in tv bianco e nero mandavano le immagini del Derby Inter-
NOI CHE il Calcio in Tv lo guardavamo solo la Domenica e il Mercoledì…
NOI CHE quando ti piaceva qualcuna la cercavi sotto casa, mica su Facebook…
NOI CHE agli appuntamenti c’eravamo sempre tutti, anche senza telefonini…
NOI CHE navigavamo con la fantasia, altro che Internet…
NOI CHE volevamo andare sull’isola di Wight e non sull’”isola dei famosi”…
NOI CHE avevamo un fratello grande e non il “grande fratello”…
EMILIO VITTOZZI