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“VINCEREMO DI SICURO”

Pubblicato da Emilio Vittozzi in Libri · 25/3/2016 11:31:50
Tags: eniliovittozziinterclubvinceremodisicuromichelebrambillapiemme


MICHELE BRAMBILLA
“VINCEREMO DI SICURO”
PIEMME

Nonostante il titolo, non è un libro sul Calcio…
E’ un libro sull’Italia, su tutti noi, di 195 pagine divise in 16 capitoli e un epilogo.
Un’opera scritta per ricordare ai lettori la straordinaria bellezza del vivere, partendo dal mantra “Venceremo de seguro” di Helenio Herrera, tradotto con l’ottimistico “Vinceremo di sicuro”.
Michele Brambilla, Vice-Direttore de “La Stampa”, ha scritto questa godibilissima opera focalizzata, soprattutto, sugli anni ’60, spesso mitizzati, assolutamente non fantastici come si usa superficialmente dire… Ma sono stati gli ultimi anni in cui gli Italiani hanno guardato al futuro con la sensazione che sarebbe stato migliore del presente.
E’ che l’Italia sembra diventata un Paese senza speranza. Non c’è fiducia, non c’è più una prospettiva.
All’inizio degli anni Sessanta l’Italia era un Paese che stava ripartendo alla grande: scrittori come Pasolini, Volponi, Ottieri, Parisi, registi come Fellini, Antonioni, cantanti come De Andrè, Paoli, Lauzi, Tenco, Guccini sono venuti fuori in quegli anni…
Nel libro, fra gli altri, Roberto Vecchioni, Massimo Moratti, Fausto Coppi, Gianni Morandi, Mario Corso, Caterina Caselli, Helenio Herrera, Nereo Rocco, Tarcisio Burgnich, Giacinto Facchetti, Peppino Prisco, Giacomo Porretti, Mario Calabresi, Giuseppe Pinelli e già questo variegato elenco di quattordici persone potrebbe attrarre chiunque alla lettura…
La copertina mostra un bambino che indossa la classica maglietta nerazzurra dell’Inter senza sponsor, con la stella gialla dei 10 scudetti, con un mantello rosso stile Batman: in pratica, il sogno di ogni bambino, che è quello di volare come i suoi fumetti preferiti (Batman, Robin, l’Uomo ragno, Peter Pan…). Ed il libro, in un certo senso, fa “volare” il lettore, trasportandolo negli anni ’60, tanto cari a Gianni Minà.
E’, in definitiva, un libro scritto da un tifoso dell’Inter ma non parla solo dell’Inter.
L’Autore ha pianto solo due volte nel redigere un articolo: quando è morto Giacinto Facchetti e dopo Inter-Bayern 2-0 del 22 Maggio 2010 allo Stadio “Santiago Bernabeu” di Madrid.
Ma, si nota nelle righe, che non ha mai partecipato alla vita associazionistica degli Inter Club, essendo un tifoso “solo”, quasi “anonimo”, che non ha mai conosciuto la bellezza dello stare insieme, con altre persone dello stesso tifo, che diventano dei fratelli, se non di più…

EMILIO VITTOZZI










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