Che la partita era dura lo si sapeva fin dall'inizio.
Il Porto naviga in cattive acque, tante le prestazioni negative prima di questo incontro, dalla sconfitta bruciante in campionato contro gli storici rivali del Benfica e nel girone di Champions un deludente ultimo posto.
Questo incontro ha rappresentato l'ultima spiaggia, in quanto la posizione dell'allenatore era molto delicata , rischiava l'esonero, quindi aveva bisogno di giocatori con stimoli positivi. Infatti nella formazione portoghese ci sono state
delle novità per loro positive.
I nostri ragazzi sembravano stanchi sulle gambe, eppure la vittoria sul Livorno era stata ricca di vitalità, ma evidentemente continuano a pesare le inutili situazioni extra calcistiche.
Non voglio nemmeno pensare che già a metà ottobre, emerga la stanchezza di una preparazione cominciata in anticipo per preparare i preliminari di Champions e la Supercoppa Italiana, ma soprattutto è ancora presto per dire che l'Inter
soffre le trasferte in casa delle squadre di suo pari livello.
La sfortuna rende meno amara la serata, infatti sembrava che la sfera giunta in prossimità dell'area piccola subisse una deviazione esterna verso il fondo (vedi il pelo di Figo e i tiri di Cambiasso e Cruz).
Insomma, il primato nel girone H non è compromesso, ma questo deve essere un insegnamento per Mancini in quanto la squadra non è pronta a schierarsi dal primo minuto con 5 centrocampisti e una sola punta, così inevitabilmente deve
compiere un lavoro affannoso ricoprendo tutta l'area di rigore.
La concentrazione deve essere massima, le prossime settimane saranno cruciali per il prosieguo della stagione, quindi adesso bisogna fare ciò che l'Inter sa fare.
Antonio Gargiulo
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