“Diciamo”, che la Roma sia riuscita a prendersi la rivincita sui nerazzurri, avendo voluto dimostrare di non essere inferiore alla squadra di Mancini che, ancora una volta, ha perso il confronto tattico con
il suo rivale Spalletti: la sensazione è che a panchine invertite l’Inter non sarebbe nemmeno affrontabile.
I gol sono stati realizzati da Mexes, nel primo tempo, e da Perrotta, ad inizio ripresa, e Pelè, subentrato a Stankovic ad inizio secondo tempo e risultato, insieme ad Jimenez, tra i migliori nerazzurri.
Prima di parlare della partita ci sono alcune cose da dire.
Apprezzamenti vanno a capitan Zanetti, che si è presentato, “nonostante la sconfitta e silenzio stampa” ai microfoni di Variale o di Failla.
La seconda cosa riguarda Totti.
La sua presenza prima a bordo campo e poi in campo ad alzare la Coppa, in tenuta da gioco non ci è apparsa lecita. Il Regolamento prevede che non possano
essere presenti persone non autorizzate a bordo campo durante la partita: il capitano giallorosso non solo si è presentato a bordo campo, ma lo ha fatto anche in tenuta da gioco. Visto che la legge è uguale per tutti, ci aspettiamo una multa,
anche per la società giallorossa.
Tra l’altro, a dirla tutta, Totti si è presentato anche a bordo campo quando è iniziato il recupero: questo, onestamente, non è gesto e non ci è piaciuto. Totti sarebbe arrivato a rendere omaggio all’Inter,
nel caso in cui il risultato fosse stato a favore dei nerazzurri? Non si capisce perché Totti non sia stato inserito nella lista dello staff tecnico autorizzato a sedersi in panchina dall’inizio della partita.
Adesso, lasciamo queste riflessioni e parliamo della partita.
L’atmosfera allo Stadio Olimpico è incandescente e non vi è stato quello spirito di fair-play tanto richiesto prima dell’incontro e altrettanto sbandierato da Matarrese alla fine della partita. Possibile
che il Presidente della Lega abbia una memoria tanto corta da non ricordare, poco dopo l’incontro, i fischi rivolti dai tifosi nerazzurri durante l’inno di Mameli e quelli rivolti ai giocatori nelle azioni più pericolose durante la partita?
Le squadre, scendono in campo con il modulo classico: Spalletti schiera la sua Roma con il 4-2-3-1 con Doni (in dubbio) e Vucinic supportato dal trio Perrotta-Aquilani-Giuly.
Roberto Mancini schiera i nerazzurri con un modulo che in teoria dovrebbe essere un 4-3-1-2, con Stankovic leggermente più avanti al trio Vieira-Zanetti-Cesar, ma che è molto più simile ad un 4-4-2 con Cesar e
Zanetti esterni di centrocampo e Balotelli e Suazo molto larghi.
Il fatto è che la Roma ha tenuto in mano il pallino del gioco per quasi tutti i primi 45 minuti, senza che l’Inter riuscisse a trovare le giuste contromisure: il gol di Mexes è avvenuto al 36° ed è stata la
conseguenza di una superiorità dei giallorossi. Ma l’Inter è sempre una squadra con delle ottime individualità: prima del gol del francese era stato Maxwell, dopo una lunga azione manovrata, ad andare al tiro con un sinistro che ha messo
paura a Doni, purtroppo, è riuscito a deviare in calcio d’angolo.
Nella ripresa Mancini corre ai ripari: dentro Pelè per uno “stanco” Stankovic, il centrocampista si dimostrerà tra i migliori in campo (suo il gol del definitivo 2 a 1) e la cosa ci fa pensare al fatto che
non è la prima volta che Mancini riesce a “correggere” una formazione sbagliata, ma la necessità di dover ricorrere a correttivi sta a significare che non riesce a schierarla “giusta” dal primo minuto. Regalare 45 minuti ad
un’avversaria come la Roma, vuol dire rischiare seriamente di perdere l’incontro…e così è stato.
Ma nonostante il buon avvio dei nerazzurri nel secondo tempo, è sempre meglio la Roma che, infatti, al 55° raddoppia con Perrotta.
I nerazzurri sembrano completamente alla mercé dei giallorossi ma al 60° ci pensa Pelè a togliere le castagne dal fuoco ai campioni d’Italia, con una conclusione all’incrocio dei pali dai 35 metri. A
questo punto i giallorossi perdono concentrazione e vedono crescere la paura: Burdisso dopo dieci minuti dal gol di Pelè colpisce il palo con Doni battuto. E’ l’ultimo acuto, però, di una gara che a questo punto non regala più emozioni.
Così la Roma decide di non attaccare più e controllare gli avversari: la partita si fa nervosa e cominciano a fioccare i cartellini gialli (ammoniti Vieira, Burdisso, Vucinic e Pelè in pochi minuti). Dopo sei
minuti di recupero Moranti fischia la fine e Totti può alzare la Coppa.
L’Inter è uscita sconfitta anche contro la Roma (è la seconda volta quest’anno, dopo la Supercoppa Italiana): la sensazione è che ai nerazzurri, tra tanti campioni, ne manchi uno in panchina.
Nello Russo
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