Martedì 18 Ottobre 2011 20:45 Lille 0 Inter 1
Dal sud della classifica in Italia, al nord della Francia. La risalita
nerazzurra è anche geografica, proprio nella terra dove è stato girato
‘Giù al Nord’, di cui Luca Miniero ha diretto il fortunato remake
italiano ‘Benvenuti al Sud’. Inizio subito con una banalità: l’Inter non
ha giocato una grande partita, ha badato al sodo e, con la
consapevolezza di partire sconfitta dal punto di vista fisico-atletico,
l’ha buttata sul carattere e sulla concentrazione, le doti mancate
inspiegabilmente nel secondo tempo del Massimino. Evidentemente Ranieri
ha toccato le corde giuste dopo sabato, convincendo i suoi uomini che al
di là delle belle parole sarebbe bastato poco per rialzarsi,
innanzitutto una vittoria. È arrivata e oggi è l’unica cosa che conta.
Lascio volentieri agli esteti del pallone il compito di criticare il
gioco pragmatico e contenitivo dei nerazzurri, auspicare una prestazione
schiacciante sul campo del Lille, notoriamente inaccessibile anche a
livello continentale, è pura stupidità in questo momento. Insomma,
prendo e porto a casa, una gioia che da troppo tempo non provavo e ora
più che mai è dolcissima. Primo posto nel girone B, una soddisfazione ma
anche una responsabilità da trascinarci in Italia: il fondo della
classifica è uno schiaffo alla dignità di un club come l’Inter, che ha
il dovere di replicare già da domenica contro il Chievo, ritrovando le
tante energie psico-fisiche lasciate in terra francese. Bravi tutti, e
lo dico con convinzione, la stessa che dopo Catania mi aveva invitato a
bocciare un bel gruppetto di protagonisti. Il riscatto, che desideravo
io come tutti i tifosi, è prontamente arrivato e vale più di 3 semplici
punti. Dico la verità, le recenti scottature mi hanno costretto a
seguire con particolare tensione tutti i 73’ minuti che si sono
disputati dopo il gol di Pazzini (che meraviglia, ora vado a rivederlo).
Nella ripresa, in particolare, siamo stati avvolti da una pressione
fastidiosa, di quelle che possono partorire una rete in qualsiasi
momento. Ma la barca ha retto alla tempesta, neanche troppo crudele, e
con estremo ordine e il minimo indispensabile di errori è entrata sana
in porto.Vorrei dedicare una menzione particolare a Julio Cesar,
assoluto protagonista del Metropole. Non perché autore di interventi
particolarmente difficili (a parte una conclusione vigliacca di Payet),
ma per la sicurezza che ha garantito a tutto il reparto, che ovviamente
ne ha tratto beneficio ed è riuscito, udite udite, a non subire gol per
la prima volta in stagione, proprio contro un avversario offensivamente
all’avanguardia. Un plauso anche a Zarate, che ha fatto un passo
importante verso l’obiettivo dei 10 assist stagionali che gli varrebbero
un riconoscimento economico. Per pesantezza e qualità, quello servito a
Pazzini a mio modo di vedere vale doppio.
Magari Moratti lo valuterà allo stesso modo…
Mario