Champions League 2009/10
Fase a Gironi
Mercoledì
09 Dicembre: FC Internazionale 2 Rubin Kazan 0
Senza dover
fare affidamento sul risultato di Dinamo Kiev- Barcellona, la squadra
nerazzurra batte - non senza difficoltà - il Rubin Kazan grazie alla
forza del suo attacco e alle meraviglie sfornate dal duo Etòo-Balotelli,
con Supermario a regalarsi un gol d'autore e una notte da ricordare a
lungo. Sicuro della forza del suo team, Mourinho disegna un assetto
superoffensivo con Balotelli a comporre il tridente d'attacco al fianco
di Milito ed Etòo. Alle loro spalle, la fantasia e la classe di Sneijder
- al rientro dopo quasi un mese di stop e motore instancabile e vero e
proprio amuleto per i nerazzurri, con lui in campo, gli uomini del
tecnico portoghese non hanno mai conosciuto l'onta della sconfitta: una
piacevole tradizione confermata anche contro il Rubin Kazan, fresco
campione di Russia e digiuno di incontri ufficiali in Europa dallo
scorso 24 novembre. Ben messo in campo da Berdyev, che in panchina
sgrana il rosario musulmano, il Rubin non mostra alcun timore
reverenziale, si difende con ordine e aspetta al varco le iniziative dei
nerazzurri, volenterosi ma privi di quella sicurezza mostrata più volte
in campionato e assente sui campi europei. Così, dopo un quarto d'ora di
studio è il Rubin a farsi pericoloso con un tiro velenoso di Karadeniz,
sventato in angolo da Julio Cesar. Costretta a rinunciare a Samuel
intorno al quarto d'ora - il gaucho è toccato alla coscia destra da
Lucio che gli frana addosso in un goffo tentativo di disimpegno -
l'Inter non regala spunti, si muove in maniera macchinosa e si fa
imbrigliare dalla ragnatela del centrocampo russo. A spezzare
l'equilibrio - mentre da Kiev rimbalza la notizia del vantaggio della
Dinamo sul Barcellona - è una iniziativa di Zanetti che, entrato in area
avversaria a suon di serpentine, mette al centro una palla deviata da un
difensore su cui si avventa come un falco Balotelli. Supermario estrae
dal cilindro un colpo di tacco che libera Etòo: sinistro fulminante e 1
a 0. Corroborata dal vantaggio, la squadra di Mourinho prende coraggio,
sposta il baricentro in avanti e, pure senza incantare, guadagna
preziose fette di campo. Sul finire della prima frazione, Sneijder
lascia partire una folgore poco fuori dall'area grande del Rubin - alta
sulla traversa - mentre tocca a Maicon, mettere il sigillo sulla
ritrovata verve nerazzurra: conclusione violenta dal vertice sinistro
dell'area russa e parata spettacolare di Ryzhikov. L'arbitro fischia il
fuorigioco di Milito e blocca l'azione, ma San Siro si esalta
ugualmente: dopo gli stenti dei primi minuti, ogni movimento d'attacco è
accolto come una liberazione.
Al rientro
dall'intervallo - con la notizia del pareggio del Barca a Kiev, che si
trasformerà poi in vittoria, dando ai blaugrana il primato nel girone -
l'Inter sembra avere lasciato la grinta negli spogliatoi, dove è
costretto a tornare anche Stankovic, sostituito da Cambiasso per un
problema muscolare alla coscia destra. Sarà l'effetto del rosario
islamico sgranato in panchina dal tecnico del Rubin, ma la squadra russa
- ormai con le spalle al muro - carica a testa bassa: in dieci minuti
arriva un paio di volte dalle parti di Julio Cesar e si guadagna tre
angoli: quanto basta per far correre più di un brivido sugli spalti del
Meazza. Brividi che sferzano pure gli undici nerazzurri in campo.
Costretti sulla difensiva dagli attacchi russi, gli uomini di Mou
provano a reagire: prima con una iniziativa di Cambiasso e poi con una
incursione di Balotelli. E' proprio Supermario, già positivo nel primo
tempo, a prendersi l'Inter sulle spalle. Guadagnatasi una punizione
sulla tre quarti l'attaccante - che sfoggia un taglio alla mohicana con
cresta bionda - lascia partire una conclusione potente che non dà scampo
al portiere, facendo esplodere San Siro, che poi lo grazia con una
conclusione a lato di poco.
A rallegrare
ulteriormente i 50.000 sugli spalti, e a suggellare, la
prova-qualificazione, un palo di Sneijder - metronomo di ogni azione
interista - e una serpentina in area di Milito: unico del tridente a
restare a bocca asciutta. Archiviata la pratica Rubin, il pensiero
dell'Inter e del suo popolo è ora rivolto all'urna di Nyon per
continuare un cammino fatto sino ad ora di sofferenza e poche luci,
nella speranza di trovare, strada facendo, quella quadratura e quella
compattezza che fecero grande ed immortale l'Inter del mago Herrera.
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Cirillo Giuseppe e amici
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