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25a giornata Domenica 26/02/2012 ore 20,45
Napoli 1 Inter 0
Sette sconfitte e un pareggio. Questo il bilancio dell’Inter in
questo momento. Numeri da condanna assoluta, e basterebbero solo questi
per mettere tutti dietro la lavagna. Ma purtroppo c’è di più, perché mai,
in queste partite, la squadra avrebbe meritato di vincere. Dolorosa
giustizia, dunque, la sfortuna è solo una scusante che regge in talune
circostanze, ma da sola non giustifica questo andamento. Gli aggettivi
per questa squadra sono stati usati tutti, anche i più cattivi. Inutile
insistere, dunque, sarebbe come cadere nella ridondanza. Ma dopo
l’ennesima magra figura, in quel di Napoli, non ci resta che prenderla
con filosofia. E distacco.
Perché ormai questa
stagione è stata gettata nel gabinetto (terzo posto inarrivabile),
francamente di fronte a certi spettacoli mi sembra improbabile anche
solo tentare di ribaltare la sconfitta del Velodrome in Champions.
Ci rendiamo conto che questa squadra non segna da oltre 400
minuti? Roba da zona retrocessione; anzi, da oratorio. Milito, Pazzini,
Forlan: zero gol. Colpa di un centrocampo che non ha la forza di
sostenere le punte, di uno Sneijder che tende a giocare soprattutto per
dimostrare di essere un campione più che per aiutare i suoi compagni. Ma
anche tanta responsabilità delle punte. Forlan non è mai tornato dopo
l’infortunio, mi rifiuto di pensare che questo brocco sia il fuoriclasse
che ha guidato l’Uruguay a un terzo posto Mondiale.
Difficile che rivedremo
il vero Cacha, almeno in questa stagione.
Milito è indecifrabile. Dopo un exploit che lo ha visto tornare
il bomber che tutti ricordavamo, il pallone si è nuovamente afflosciato.
La partita di Napoli è un manifesto: inutile in attacco, deleterio in
occasione del vantaggio partenopeo, nato da una delle tante palle perse
dal Principe. Critica ingenerosa? Forse, ma è difficile salvare qualcuno
oggi, soprattutto chi avrebbe il dovere di fare la differenza. E poi c’è
Pazzini. Gioca poco, è vero, ma un tempo gli bastavano 15 minuti per
fare la differenza. Oggi sbaglia anche reti che andrebbero realizzate di
spalle e bendati. Il colpo di testa a lato con tutto lo specchio della
porta davanti allo scadere è inspiegabile.
Se contro il Novara il
Pazzo si è fatto fregare da Ujkani (con tanto demerito anche per lui),
al San Paolo è difficile ignorare una responsabilità palese: solo
soletto, pallone a lato con De Sanctis ormai rassegnato al peggio.
Non siamo fortunati (solito rigore negato, fallo su Pazzini nel
finale), ma ce le cerchiamo. Qualcuno mi dica, a questo punto, su cosa
si fondano le speranze di eliminare il Marsiglia nell’ultima
competizione che ancora ci vede in corsa. Dovremmo vincere con due gol
di scarto, impresa assoluta per una squadra che non perfora le difese di
Lecce, Novara e Bologna, giusto per citare tre squadre che hanno fatto
bottino pieno contro di noi. Perché dovremmo essere ottimisti con questo
reparto offensivo che definire sterile è un eufemismo?
E perché dovremmo
fidarci di una difesa che non riesce a rimanere concentrata per tutta la
partita?
Diciamo la verità: abbiamo ben poche speranze di rimanere in
lizza per i quarti di finale europei. Siamo diventati una barzelletta,
tutti ci attendono come l’occasione per fare 3 punti facili. Ridicoli.
Ma sì, ripeto, prendiamola con filosofia. E cominciamo a pensare al
futuro, perché il presente è inaccettabile.