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2a giornata Sabato 11/09/2010 ore 18,00
Inter 2 Udinese 1
Ha proprio ragione Rafa Benitez: occorrerà del tempo, forse più
del previsto per mettere ordine in una squadra come l’Inter che
sicuramente riparte dalle molte certezze dell’anno passato, ma deve
anche ritrovarsi tra un Mondiale, una preparazione che per molti è stata
tardiva, per altri raffazzonata, e che vede il campionato subito
strattonato da una pausa che rende tutto ancora più complicato. La
vittoria contro l’Udinese (2-1) porta in dote all’Inter il primo
successo stagionale ma non stempera la sensazione di una squadra ancora
alla ricerca di sé e lontana dalla sua miglior condizione: e non la
condizione che ci si aspetta quest’anno, ma quella dell’anno scorso.
Paradossalmente la partita contro i friulani non è stata molto diversa
da alcune esibizioni, (forse le più scialbe) viste lo scorso anno con
Mourinho in panchina: qualche improvvisazione, un paio di errori pesanti
e un possesso palla spesso sterile. Così come accade molto a lungo nel
primo tempo dopo il vantaggio marcato da Lucio: nel conto anche qualche
improvvisa accelerazione, alcuni lampi ora di Cambiasso ora di Sneijder
ma in un grigiore generale, dettato più dalla condizione complessiva
della squadra che dal disordine tattico. Anche perché disordine, a onor
del vero, se ne vede poco: anzi, l’impressione è che Benitez abbia
chiesto proprio questo alla squadra. Tenere palla, muoversi, cercarsi,
compattarsi e quando necessario ripartire in velocità: cercando l’uno
due rapido. Cose semplici, facili da eseguire e da mettere in pratica
senza ansie eccessive.
Ma, complice le buone dinamiche contropiedistiche dell’Udinese, i
nerazzurri ogni tanto in affanno ci vanno, e finiscono per rendersi la
vita più difficile del previsto. Il vantaggio di Lucio, gentile
concessione di una difesa troppo morbida su un’uscita avventurosa di
Handanovic, viene risarcito dall’Inter da una colossale dormita su un
calcio d’angolo che favorisce il colpo di testa di Floro Flores, certo
non un corazziere, ma bravissimo a seminare Lucio e anticipare Julio
Cesar.
L’Udinese, che in svantaggio aveva avuto alcune ottime occasioni
da gol, non demerita e gioca anche con una certa personalità
evidenziando qualche indecisione di troppo nella retroguardia dei
campioni d’Europa. Nel secondo tempo, che prosegue a folate e
fiammate, ma senza che l’Inter dia mai l’impressione di essere padrona
del gioco e del campo, l’Udinese ha almeno un paio di palle gol
clamorose mentre l’Inter sbaglia un gol fatto.
Generoso ma ancora molto lontano dagli standard della scorsa
stagione Milito, tant’è che nei dieci minuti finali con l'argentino a
riposare ed Eto'o più libero di spaziare verso il centro, Sneijder trova
suggerimenti a ripetizione per il camerunense, sicuramente più a suo
agio nella posizione di riferimento centrale che in quella di
generosissimo nomade della trequarti.
Il rigore trasformato di tap-in da Eto’o (nella foto AP/LaPresse)
dopo il primo tentativo respinto da Handanovic, concede all’Inter
proprio quello che Benitez sperava: maggiore tranquillità per crescere,
senza l’ansia di dover fare risultato a tutti i costi per non dover
dimostrare nulla a nessuno. Una vittoria che nonostante tutto
garantisce un passo avanti in quel lento progresso verso una coscienza
di sé che l’Inter al momento ancora non ha.