Il big match con l'Inter, si conclude in modo "tragico" per la Roma, che incassa quattro goal, due targati Ibrahimovic, uno, Stankovic e uno Obinna. L'Inter, domina la classifica; è, infatti, sola in
testa, con 9 punti di vantaggio sulla Roma.
È inverosimile la facilità con cui la Roma è fatta a pezzi prima da Ibrahimovic poi a turno dai tanti assaltatori interisti. La differenza è netta pure se potrebbe sembrar nascere quasi per caso. Ibrahimovic
è tenuto in gioco al millimetro da una distrazione di Cicinho, ottimo giocatore ma in questo caso non bravo alla precisione tattica del veloce gioco Interista. All'Inter riesce tutto facile, qualunque attacco diventa una lama che affonda nella
difesa della Roma. Il risultato è una lezione inflitta alla Roma e segna per adesso la fine della vecchia fantasia giallorossa. Infatti la squadra non ha avuto una sua espressione di gioco, ma un
insieme di spunti individuali, anche quando riaffiorava qualcosa della magia antica. Non ci sono colpe esatte del tecnico, c'è un errore complessivo, lo sfinimento di un metodo che manca ormai di interpreti e di ambizioni. È come se la Roma si
fosse bruciata con un fuoco di cui non ha goduto, a cui ha corso forsennatamente intorno senza mai riuscire a toccarne la forza e la bellezza.
Dura e solida invece è l'Inter, con un Ibrahimovic ormai completo, quasi insostituibile, è forse merito di Mourinho, il cui carro si sta sempre più allargando di cronisti, oppure è proprio il tempo che ha
dato a Ibrahimovic una dimensione diversa, una straordinaria quadratura. Oggi gioca con grande sicurezza rendendosi pericoloso e realizzatore di gol che in passato faceva molta più fatica ad esprimersi. Mourinho ha
stupito nel preferendo Obinna a Mancini che a Cruz e Adriano. Non è la partita che aiuta a decifrare la giustizia delle scelte, è stato tutto fantastico. Ma l'idea è quella di un tecnico che gioca serenamente a nascondino con una grande
squadra, divertendosi a mescolarla come più gli piace con il gusto profondo dell'istrione. L'Inter così si stacca dalla folla imbarazzante della classifica. Il campionato, per il momento torna ad avere una sua piccola logica. L'imprevedibile
però è tutto alle spalle per Mourinho, capriccioso e di nuovo offeso chissà da quale sentenza, ma certamente padrone dei nervi e delle energie della sua grande squadra.
Nello Russo
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