Non è
giornata. L'Inter non vince ancora lo scudetto, e nemmeno ci sarà bisogno di
svegliare Mourinho, supponentemente a letto nella notte di Milan-Juve.
Evidentemente Verona non è adatta alla festa, meglio rimandare a domenica
prossima, col Siena: in prima serata, a San Siro... Vuoi mettere? A questo
serve il 2-2, e a poco altro. I punti del distacco dal Milan sono rimasti
invariati, con una partita in meno, sono ancora 7, suonano il conto alla
rovescia dal 17esimo scudetto. E il punticino blasonato che il Chievo mette
in classifica che non garantisce la salvezza aritmetica, sarebbe stata lesa
maestà, poi, chiudere senza Ibra in campo. Balotelli segna un gol
bellissimo, il secondo, al volo, e poi zittisce i tifosi del chievo, come fa
il maestro. Ma ovviamente non è ancora la stessa cosa. Magari avrebbe
firmato lo scudetto Crespo, il tuttofare del gol lasciato fuori dalla lista
Champions di Mou. Nemmeno 3 minuti ci mette l'argentino a far l'1-0: tira
Cambiasso, respinge Sorrentino e lui è lì, fisiologicamente rapace. E invece
guarda che combina il piccolo Chievo. La difesa di Di Carlo gioca dominata,
non è solo questione di nomi. Balotelli e Figo sulle fasce lasciano briciole
ai difensori, e quando il portoghese mira il palo, una deviazione sposta il
pallone sul palo. Sarebbe stato il timbro, forse, veloce e assoluto sulla
partita, e chissà, sul campionato. E invece il resto del Chievo, centrocampo
e attacco, spegne il cervello e si mette a giocare manco di fronte avesse il
Poggibonsi. Però è così, con libertà di spirito, che arriva l'1-1: Marcolini
ha il tempo di mirare il palo lontano, e di infilare la traiettoria in mezzo
alle gambe di Stankovic. E' il gol numero 300 della storia del club in serie
A. Julio Cesar non può farci niente. E' pari. Pellissier, allora, si ricorda
che è lui il bomber di stagione. Di testa ci prova, e per un paio di
centimetri sfiora il palo, sempre quello. Crespo si fa male, ed entra Cruz
nella ripresa, altro escluso silenzioso della stagione. Intanto il Chievo un
pò tiene botta e un pò, quando può, cerca di pungere. Bentivoglio non ha
fortuna, ma Julio Cesar è attentissimo. La macchina della festa si rimette
in moto al 20', quando Balotelli lascia rimbalzare il pallone una sola volta
al limite dell'area, poi spara sotto la traversa. La bellezza non basta a
stendere un sorriso su quell'espressione di livore automatico, il dito
davanti alle labbra è un'altra polemica pronta per l'uso. Ma tant'è. Mica il
Chievo pensa di raggiungere per due volte i campioni d'Italia... Sì, lo fa.
Ci pensa un ex, Luciano: cross dalla sinistra di Mantovani e diagonale al
volo. Ci risiamo, 2-2. Ma in più c'è la stanchezza, e la città e quella
sbagliata, e la matematica in differita non è spettacolare come una bella
sera di maggio a San Siro. Non c'è ancora scudetto, non è giornata. L'Inter
aspetta la festa, quella vera.


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