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33a
giornata Domenica 26/04/2009 ore 20,30
Era curioso, Mourinho, di giocare al San Paolo. Ma mica
s'aspettava di perdere dalla squadra che non vinceva più. Nè di rimettersi a
far ii conto pensando allo scudetto. Ecco come avvengono le sorprese: il
Napoli non vinceva una partita da gennaio, l'Inter non perdeva da gennaio.
Appunto: si pensava ad uno a zero, invece risultato ad effetto che però non
cambia molto la sostanza del campionato. L'Inter - ancora tarata sulla
Juventus - sa che il Milan a 7 punti è ancora su un altro pianeta. Il
pezzettino - un millimetro quadrato - di scudetto strappato dal Napoli è
solo una risposta orgogliosa alla logica di Mourinho: perché correre rischi
e farsi rosicchiare il bottino per qualche gol in più? Perchè magari capita
che va male lo stesso. E che il Napoli decida di risorgere all'improvviso,
chiamato dal blasone a prendersi di nuovo una notte da stella, cadente o no.
Nonostante una rosa spelacchiata dagli infortuni, pur restando infangato in
una mediocrità persistente. Per l'Inter restano burocratiche questioni di
classifica, e poco più. Ma vuoi mettere, per Donadoni, la soddisfazione
della prima vittoria davanti a Lippi, che lo sbalzò dalla panchina
nazionale? I tre punti azzurri, in fondo, sono spiccioli buoni per la
mancia, tanto lo scudetto così prima o poi l'Inter se lo prende. Mourinho,
tra l'altro, sbaglia il suo quando sceglie di non infierire sul centrocampo
rabberciato di Donadoni, infilando Vieira tra Cambiasso e Stankovic, con
Zanetti al posto del "giovane" Santon. Ei fu - il francese - siccome
immobile, tanto da far affondare Montervino più o meno a piacere. Ma partita
ben diversa sarebbe nata se Samuel, dopo appena qualche minuto non si fosse
visto deviare sul fondo un colpo di testa pressochè perfetto. Migliore
occasione della serata, subito. Poi gran baruffa, sollecitata dalla voglia
disarmata degli azzurri. E un tiro dal limite, spettacolare, di Balotelli al
quarto d'ora. Il Napoli gioca mancando degli abituali riferimenti: cioè si
spinge sulla fatica, e sulla grinta da grande occasione, ma Lavezzi non
prova di meglio che il tiro scomposto e Hamsik, decentrato in fascia, è
pericoloso per la cresta e basta. Il conto delle azioni-gol è a zero. E
nella ripresa, col copione così scritto, fa specie il tiro floscio di Vieira
quando già vedeva Navarro e tutto lo specchio della porta azzurra
spalancato. Il Napoli resta in forcing spuntato. Per questo Donadoni cambia
per quel che può: Zalayeta al posto di Denis. Allora Ibra batte un colpo,
per dire che c'è pure lui: punizione di forza e Navarro non si spaventa. Per
questo il colpo vero è del Napoli: è il 28' quando Lavezzi si incunea tra
tre difensori e libera Zalayeta. Nessun pensiero, istinto puro, esterno
destro, gol. Uno a zero. 104 giorni dopo l'ultima vittoria, sul Catania.
Picconando sul muro alzato dall'Inter a protezione dello scudetto. Ma la
crepa è poca roba.

The day after
The day after, il giorno dopo. Che giorno di merda!
E' lunedì mattina. Mi accingo a raggiungere il mio posto di lavoro. Ho la
testa piena di emozioni, molte delle quali negative...
Ieri sera il Napoli di Mister Donadoni ha battuto la mia Inter! Che figura
di Merda!!
Apro il portone di casa, varco il cancelletto del giardino e... un "anonimo"
colombo, da un albero, nascosto, mi lascia un suo segno sul braccio
sinistro...
Fazzolettino imbevuto al cocco e strofinare. La puzza non c'è più, resta
l'alone.
Come resta l'amarezza di ieri sera...
Un'Inter abulica, supponente, leziosa, quasi antipatica, non coinvolgente.
Contro una squadra il cui il miglior in campo è stato il Capitano Montervino
(e ho detto tutto...). Il Napoli non ha demeritato la vittoria, conquistata
con un'enfasi da... salvezza: infatti, i 3 punti possono significare...
matematica salvezza dalla retrocessione!
La Juve esultò per un pareggio, in casa sua, per 1 a 1; il Napoli,
giustamente, esulta per una vittoria, in casa sua, per 1 a 0...
Paragoni?
Con la Juve, il rammarico di non aver vinto in casa dei "servi" di Agnelli;
con il Napoli, il rammarico di non aver pareggiato in casa dei "lacchè" di
de Laurentis...
Ma l'Inter ha un blasone, un carnet che nessuna squadra italiana ha!
Tra l'altro, e scusate se è poco, mai stata in B!!
L'amarezza è tanta, cari Amici; inutile nasconderla, anche perchè dal
termine della partita non conto più gli sms, le telefonate sul cellulare, le
telefonate a casa, le telefonate in ufficio, le e-mail, gli sguardi beffardi
dei supporters biancoazzurri...
Speriamo che i prossimi biancazzurri, quelli della Lazio, li stracciamo a mò
di tappetino...
Forza Inter, mio grande Amore, autentica e malcelata Malafemmena!!!
EMILIO VITTOZZI
Pizza a metro da Gigino Vico Equense
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