Un'Inter in versione Tafazzi regala un clamoroso pareggio a un Palermo che,
dopo essersi dimenticato di scendere in campo nel primo tempo, nella ripresa
acquista progressivamente fiducia e approfitta del calo di concentrazione
dei nerazzurri, trovando in tre minuti l'uno-due di Cavani e Succi.
Mourinho si era raccomandato per tutta la settimana: dobbiamo mantenere alta
la concentrazione, perché ci mancano 15 punti. E per 45 minuti la sua
squadra dimostra di voler seguire le raccomandazioni del mister: l'inizio è
prudente, con le due squadre un po' bloccate che pensano soprattutto a non
scoprirsi. Poi dal 10' minuto i padroni di casa prendono il controllo del
match, pressano con maggiore intensità e chiudono progressivamente i
rosanero nella loro metà campo, favoriti anche da un atteggiamento troppo
rinunciatario, e dalle molte imprecisioni in palleggio, degli avversari, con
il solo Miccoli che appare in giornata. Il gol arriva già al 15esimo, con
Muntari che crossa indisturbato dalla sinistra e pesca in mezzo all'area
Balotelli, lasciato tutto solo da un distratto Carrozzieri. Facile la
deviazione di testa di Supermario per l'1-0. L'Inter è brava a non
rallentare, mentre il Palermo accusa anche il colpo dell'infortunio di
Liverani, che Ballardini sostituisce con Bovo, piazzato in mediana insieme a
Cassani, con la difesa che passa a tre. Cambia poco però, perché l'Inter
continua a spingere, senza frenesia, mentre il Palermo fatica a passare la
metà campo. Il raddoppio arriva al 38', quando l'arbitro Russo concede un
rigore per fallo di Kjaer su Ibra: molti dubbi, perché in realtà la prima
irregolarità è dello svedese. Molto più netto era sembrato, poco prima, il
rigore su Muntari, steso in area da Migliaccio. Fatto sta che Ibra si porta
sul dischetto e scaraventa in rete il gol che vale il 2-0, e il primato
solitario in classifica marcatori. Si va così al riposo con la sensazione
che sia tutto finito: la partita, e il campionato. La ripresa inizia con
la novità di Bresciano al posto di Migliaccio, e un Palermo quanto meno più
volitivo. Le prime occasioni arrivano su palla da fermo, con Carrozzieri che
mette paura a Toldo in un paio di occasioni. L'Inter prova a controllare ma
arretra progressivamente il baricentro, riunciando a pungere in avanti se
non con Ibra e Balotelli, lasciati sempre più soli. E così, dopo il brivido
di un tiro a volo di Bresciano che sibila di poco a lato del palo, tra il
72esimo e il 75esimo arrivano prima il 2-1 di Cavani, ben lanciato da
Cassani,, poi il pareggio di Succi, che sfrutta al meglio da distanza
ravvicinatissima l'assist al volo di Miccoli. Entrambi approfittano di una
difesa nerazzurra distratta e impaurita, con un Toldo non impeccabile che
induce i tifosi nerazzurri a sospirare il nome di un brasiliano che non è
Adriano... L'Inter prova a reagire, ma dopo aver rallentato per mezz'ora
non riesce più a cambiare di nuovo ritmo e a rendersi pericolosa. Tanto che
è il Palermo a rischiare il colpaccio definitivo, con il solito Miccoli che
semina il panico al limite dell'area e scarica un bolide che si perde a
fondo campo. E'
l'ultima emozione di una partita che magari non riaprirà il discorso
Scudetto, ma in cui l'Inter spreca clamorosamente l'occasione di piazzare un
ulteriore, e mortifero, allungo. Ora la Juve ha l'opportunità di andare a
-7, per poi giocarsi nel big match di sabato prossimo l'ultima carta per
portare il campionato a una volata finale che, oggi alle 16.00, sembrava
solo utopia.
Mario
Esposito

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