L'Inter è ancora lì, anche senza Ibrahimovic, prima da sola alla faccia della Juve in scia e del Milan a -6. Con l'immagine un po' ribaltata. Perchè l'1 a 0 alla Samp lo segna Adriano, il gran faticatore del
2009, talento di buona volontà. E perché per vedersi quel gol un attimo prima dell'intervallo, Mourinho è costretto a sbirciare dal tunnel. Lui, l'epuratore, epurato dall'arbitro per un eccesso di nervi. "Tu hai paura, tu hai paura",
urla Mourinho, dopo un giallo a Stankovic. Celi, che evidentemente tanta paura non ha, lo caccia. Ed è, questa, fino a quel momento l'"azione" più pericolosa. Per dire di un'Inter che parte un pò frustrata, perfettamente riassunta
dalla prima espulsione italiana dello Special One. In pressione continua, e respinta per un bel po' da una Sampdoria densa come il Das. Certo la partita è di quelle che nascono senza talento: non c'è Ibra, appunto, e non c'è Cassano. Per cui
in campo sono più calcioni che altro. Sei ammoniti solo nel primo tempo, più un paio di palloni vaganti dalle parti di Castellazzi, e poco altro.
Il fatto è che Adriano ha il monopolio delle azioni gol e se la prima volta al 30° di testa manda alto, e cinque minuti dopo sempre sugli spalti finisce una sua punizione-bomba, alla terza occasione arriva il
gol: ennesimo cross dal fondo di Maicon, Raggi si perde l'Imperatore e lui la mette dentro. Dopo il gol alla Roma, ecco il raddoppio sulla via della redenzione. L'1 a 0 è cemento armato, perché non solo a Mazzarri manca Cassano, ma gli mancano
pure tutti i difensori: figurarsi che appena tornato in campo si fa male Gastaldello e una decina di minuti dopo pure Raggi. I reduci sono tre fuori-ruolo riciclati: Stankevicius, Palombo e Pieri. Mourinho, dalla tribuna, cambia il dolorante
Samuel con Cordoba, e si gode la buona partita d'ordine di Santon, confermato a sinistra. Certo non la prestazione un po' smarrita di Mancini, scelto come partner per caso di Adriano lì davanti. Una sua mezza invenzione manda Stankovic al tiro,
però troppo centrale perché Castellazzi si perda. Stankovic ci riprova al 17° e scheggia la traversa. Mazzarri, pur nell'emergenza, decide che è meglio tentare una reazione: dentro pure Bellocci, anche perché Cordoba concede uno spiraglio a
Pazzini, e meno male che poi lo stesso colombiano recupera un attimo prima.
Insomma, l'1 a 0 non è una condanna definitiva, ma è l'Inter che va vicino al 2 a 0 con Muntari sulla ribattuta con Cambiasso. E poi, giusto per non farsi mancar nulla nell'infinita telenovela arbitrale arriva
pure la polemica di un negato rigore per un presunto fallo di Cordoba su Pazzini, non concesso da Celi a 10 minuti dalla fine. Giusto il tempo delle proteste, non cambia niente, solo un tiro di Dessena al 6° minuto di recupero... L'Inter è
sempre prima da sola, mai quieta, nemmeno dopo la tempesta.
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