Anche nella domenica in cui il vantaggio sulla Roma si riduce, l'Inter mostra un saggio eloquente della sua spaventosa forza. Proprio nel giorno del vivace e combattuto 0-0 contro l'Udinese che interrompe la
serie di otto vittorie consecutive iniziata a novembre dopo il pari di Torino contro la Juve, la corazzata di Mancini offre una prestazione maiuscola. In inferiorità numerica per buoni settanta minuti, complice l'affrettata espulsione di
Cesar decisa dal fiscale Rosetti (forse coinvolto dalle polemiche settimanali), la capolista ha dapprima controllato le sfuriate di Di Natale e compagni, poi preso via via il pos della gara.
Di rara intelligenza la condotta di gara dell'Inter, una squadra sempre più matura e consapevole delle proprie qualità e grande nella gestione dell'imprevisto. La doppia ammonizione rimediata da Cesar a metà del primo tempo, e conseguente
rosso, è stata assorbita come solo una grandissima squadra avrebbe potuto fare.
Mancini, seppur contrariato per la decisione di Rosetti, non ha operato alcun cambio, fidandosi della capacità dei suoi di riorganizzarsi. Fiducia decisamente ben riposta, vista la disarmante sicurezza con cui Materazzi e compagni hanno
rintuzzato le folate caotiche ma un po’ sterili dell'Udinese. Placido controllo del gioco e relativa gestione del risultato nel primo tempo, arricchito da due chance fallite di un soffio da Cambiasso e Cruz; furente e lucida la carica
offensiva nella ripresa, suonata da un Ibrahimovic in forma monumentale. Lo svedese ha squassato a più riprese la metà campo friulana, tenendo in continua apprensione i giovani virgulti della difesa bianconera; qualche recriminazione anche
per un gol annullato da Rosetti per un'assai presunta spinta dell'attaccante ai danni di Lukovic. Fioccano le conclusioni dalle parti di Handanovic, ma come a Palermo in una domenica di fine ottobre, l'Inter torna a Milano senza segnare. Poco
male, Mancini ha tutto il diritto di non preoccuparsi.
Mario Esposito
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