INTER 1 CAGLIARI 0
16 vittorie consecutive, 16 come il numero di maglia di Nicolas Burdisso, il simbolo del taglio netto dell’Inter con il recente passato. Da oggetto misterioso a implacabile
risolutore, come la squadra che Mancini, da Cagliari al Cagliari, ha saputo far diventare inscalfibile: neanche la Champions imminente, neanche il turn-over, neanche i pericoli mentali portati da una gara sulla carta già vinta, interrompono
il domino da record dei nerazzurri, contro un Cagliari che avrebbe potuto scrivere una storia diversa con il contropiede fallito malamente da Capone in apertura.
L'impostazione della gara è chiara, l'ordine tattico dei sardi, che congestionano gli spazi in mezzo, costringe l'Inter a percorrere le corsie: la pressione è forte, le punte a
turno vanno a fornire ulteriore profondità sugli esterni e il vantaggio arriva al dodicesimo: scambio corto Figo-Ibrahimovic su corner, il cross di esterno destro dello svedese è delizioso, lo stacco di Burdisso nel cuore dell'area
perfetto e letale. Secondo gol in campionato per l'argentino, il sesto stagionale, e nerazzurri che possono già amministrare. Il possesso interista è da manuale, il cambio di passo di Figo fa sempre la differenza, agli ospiti non rimane
che affidarsi alle fiammate di un Suazo che, stando alle voci della passata sessione mercantile, avrebbe potuto giocare questa gara con l'altra maglia. Su di lui Julio Cesar è superbo al 28', ma è sempre il piede vellutato del portoghese
che organizza le trame interiste dalla trequarti in su; le punte hanno voglia di graffiare, ci prova Crespo in chiusura con un bolide di destro che Fortin respinge a mani aperte e si va al riposo sull'1-0.
Figo continua ad incantare la platea di San Siro anche in apertura di ripresa: i duetti con uno scintillante Ibrahimovic mettono alle corde la difesa sarda, Colomba appesantisce
ancor di più la mediana con l'ingresso di Conti per Langella, e Mancini approfitta di una gara apparentemente congelata per proseguire il turn-over e sperimentare un 4-4-2 puro che potrebbe servire a stagione in corso. Suazo, però,
trascina il Cagliari ad una crescita nella parte centrale del secondo tempo, peraltro difficilmente concretizzata in fase di tiro: il match si mantiene vibrante, gli spazi che si aprono fra le linee con il passare dei minuti sono golosissimi
per le puntate di Stankovic che fa tremare la trasversale di Fortin con un sinistro violentissimo, Suazo cerca costantemente metri per le sue accelerazioni devastanti, e al 75' l'occasione migliore per il pari capita a Pepe che manca lo
specchio con la volèe.
Non arriva il 2-0 che seppellirebbe la contesa, Mancini può comunque riempire la casella delle note positive con la conferma dello straordinario momento psicofisico di Adriano,
25 anni oggi e mezz'ora che gli varrà con ogni probabilità una maglia da titolare contro il Valencia in Champions. Il sinistro stilisticamente apprezzabile di Solari è il flash che chiude il match: un girone fa l'Inter contro il Cagliari
toccò il punto più basso, oggi è in alto quanto mai, e con 14 punti di vantaggio sulla Roma l'illusione di un campionato che si può riaprire non ha neanche più ragione di esistere.
MARIO ESPOSITO
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