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Non servono i Gattopardi al regno borbonico del calcio italiano:
nulla cambia e resta sempre la stessa storia, i secondi (eterni)
ovvero la Roma se le stanno ai piedi del podio anche stavolta,
anche per questa Supercoppa, e i coriandoli finali sono
nerazzurri. Quarto titulo – dopo Coppa Italia, scudetto e
Champions: in attesa di Supercoppa europea e Mondialclub -, il
primo secondo Benitez: alzi la mano chi sa leggere una linea di
discontinuità con i tempi del Mancio o di Mou. Sono più forti e
vincono sempre. Perché Eto’o non fa più il terzino e segna una
doppietta. Sarà rafforzata, l’Inter, ma questo serve per
l’Europa qui bastano i soliti noti. Trofeo Tim e Supercoppa
dicono questo, ora. STESSE FACCE Si fa prima a dare un’occhiata
in giro e fare il rapido calcolo di quelli che mancano alla
solita ouverture di stagione con la solita Inter-Roma. Dalla
chiusura estiva a questa serata afosa di San Siro manca Mourinho
(solo la vigilia ne ha risentito), manca Balotelli (l’ultima
volta si prese il calcione di Totti, i buu romanisti stavolta se
li becca Eto’o). Di Burdisso c’è Junior: Nicolas attende a Roma
la telefonata Sensi-Moratti (forse lunedì) che sblocchi una
cessione che sa di regalìa. Benitez in panchina parte con un
citazione, l’Inter di Madrid, e una Roma classica che – grazie a
Pizarro e Totti ispirati prova un 4-1-4-1 (poi trasformato in
4-4-2) anch’esso ormai classico. TAFFERUGLI Non sono novità
anche l’esodo di 15-18 mila romanisti. Qualche tafferuglio tra
polizia e tifosi giallorossi alla Stazione Centrale per problemi
di scorta verso lo stadio, pare. La scena se la prendono i
tifosi: i romanisti non si abbonano contro la Tessera del tifoso
e pizzicano i nerazzurri, che a loro volta sono durissimi con un
tazebao di protesta («niente coreografia, nonostante il
triplete, per le leggi restrittive»: il concetto). FUMO ROMA A
dispetto della tensione, in campo è subito partita vera e a
tratti bella. Sneijder è quel che era Totti qualche anno fa:
pazzesco. All’8’ accende il match saltando netto tutti, Perrotta
salva. Totti libera Menez dopo attimi: tiro sballato. Ancora il
Capitano libera Vucinic che si fa parare il destro da Julio
Cesar al 10’: errore pesantissimo. Menez tra le linee o a destra
è un pericolo costante. Come Eto’o, solo che il camerunense
vuole e sa fare gol. Salva Cassetti quasi sulla linea sul tocco
della pantera al 18’. Ma a passare (con meriti di manovra) è la
Roma al 21’: palla di Totti per Riise che anticipa il tiro e di
punta beffa un’Inter assai sbilanciata dalla parte di Maicon.
Gol in faccia a Benitez che lo cacciò da Liverpool. Comincia la
tetra salva di fumogeni dei tifosi della Roma. Al 41’ però la
Roma comincia il suicidio: Vucinic prova un retropassaggio, Juan
e Lobont dormono e Pandev li beffa per l’1-1. ARROSTO INTER Dal
riposo esce l’Inter con Stankovic per Zanetti e la solita Roma
manovriera per altri 8’, quanti ne gioca Pizarro uscito per
consunzione. Poi è dilagare interista: un gol annullato a Milito
su assist di Eto’o (offside?) al 19’, Adriano che entra e
certifica di essere un’ombra enorme, e vantaggio Inter al 25’:
grandissima percussione di Lucio, Milito serve l’assist ed Eto’o
imperversa con un Lobont inadeguato. S’accende il secondo anello
blu: lancio di fumogeni su Julio Cesar e 5’ di stop imposti da
arbitro e Questura. Totti riluttante a fare da ambasciatore
(«Stankovic, vacce te») poi media e ottiene la tregua. Si
riparte ma la Roma è fuori gara e al 35’ la mazzata: Sneijder
serve assist per Eto’o: Lobont terrorizzato fa una mezza papera
e l’africano doppietta, 3-1. Un balzo di Julio Cesar, un errore
in solitudine di Milito (che litiga con Mexes per un possibile
rigoretto) sono il finale, prima del quarto titulo che Mou aveva
lasciato quasi in eredità, ma che Benitez si merita tutto.
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