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Triplete 2010
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                                Supercoppa Tim '2010:

                                  Sabato 21 Agosto 2010 20,40

                                                                    Inter 3  Roma 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non servono i Gat­topardi al regno borbonico del calcio italiano: nulla cambia e resta sempre la stessa storia, i secondi (eterni) ovvero la Roma se le stanno ai piedi del podio anche stavolta, anche per questa Supercoppa, e i coriandoli finali sono nerazzurri. Quarto titulo – dopo Coppa Italia, scudetto e Champions: in attesa di Supercoppa europea e Mondialclub -, il primo secondo Benitez: alzi la mano chi sa leggere una linea di discontinuità con i tempi del Mancio o di Mou. Sono più forti e vincono sempre. Perché Eto’o non fa più il terzino e segna una doppietta. Sarà rafforzata, l’Inter, ma questo serve per l’Europa qui bastano i soliti noti. Trofeo Tim e Supercoppa dicono questo, ora. STESSE FACCE Si fa prima a dare un’occhiata in giro e fare il rapido calcolo di quelli che mancano alla solita ouverture di stagione con la solita Inter-Roma. Dalla chiusura estiva a questa serata afosa di San Siro manca Mourinho (solo la vigilia ne ha risentito), manca Balotelli (l’ultima volta si prese il calcione di Totti, i buu romanisti stavolta se li becca Eto’o). Di Burdisso c’è Junior: Nicolas attende a Roma la telefonata Sensi-Moratti (forse lunedì) che sblocchi una cessione che sa di regalìa. Benitez in panchina parte con un citazione, l’Inter di Madrid, e una Roma classica che – grazie a Pizarro e Totti ispirati  prova un 4-1-4-1 (poi trasformato in 4-4-2) anch’esso ormai classico. TAFFERUGLI Non sono novità anche l’esodo di 15-18 mila romanisti. Qualche tafferuglio tra polizia e tifosi giallorossi alla Stazione Centrale per problemi di scorta verso lo stadio, pare. La scena se la prendono i tifosi: i romanisti non si abbonano contro la Tessera del tifoso e pizzicano i nerazzurri, che a loro volta sono durissimi con un tazebao di protesta («niente coreografia, nonostante il triplete, per le leggi restrittive»: il concetto). FUMO ROMA A dispetto della tensione, in campo è subito partita vera e a tratti bella. Sneijder è quel che era Totti qualche anno fa: pazzesco. All’8’ accende il match saltando netto tutti, Perrotta salva. Totti libera Menez dopo attimi: tiro sballato. Ancora il Capitano libera Vucinic che si fa parare il destro da Julio Cesar al 10’: errore pesantissimo. Menez tra le linee o a destra è un pericolo costante. Come Eto’o, solo che il camerunense vuole e sa fare gol. Salva Cassetti quasi sulla linea sul tocco della pantera al 18’. Ma a passare (con meriti di manovra) è la Roma al 21’: palla di Totti per Riise che anticipa il tiro e di punta beffa un’Inter assai sbilanciata dalla parte di Maicon. Gol in faccia a Benitez che lo cacciò da Liverpool. Comincia la tetra salva di fumogeni dei tifosi della Roma. Al 41’ però la Roma comincia il suicidio: Vucinic prova un retropassaggio, Juan e Lobont dormono e Pandev li beffa per l’1-1. ARROSTO INTER Dal riposo esce l’Inter con Stankovic per Zanetti e la solita Roma manovriera per altri 8’, quanti ne gioca Pizarro uscito per consunzione. Poi è dilagare interista: un gol annullato a Milito su assist di Eto’o (offside?) al 19’, Adriano che entra e certifica di essere un’ombra enorme, e vantaggio Inter al 25’: grandissima percussione di Lucio, Milito serve l’assist ed Eto’o imperversa con un Lobont inadeguato. S’accende il secondo anello blu: lancio di fumogeni su Julio Cesar e 5’ di stop imposti da arbitro e Questura. Totti riluttante a fare da ambasciatore («Stankovic, vacce te») poi media e ottiene la tregua. Si riparte ma la Roma è fuori gara e al 35’ la mazzata: Sneijder serve assist per Eto’o: Lobont terrorizzato fa una mezza papera e l’africano doppietta, 3-1. Un balzo di Julio Cesar, un errore in solitudine di Milito (che litiga con Mexes per un possibile rigoretto) sono il finale, prima del quarto titulo che Mou aveva lasciato quasi in eredità, ma che Benitez si merita tutto.    

                                         

 

 

                                                                                                                                                                                                       

                             
 
 
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